Come preparare un business plan
Creatività, entusiasmo e fantasia sono doti fondamentali ogni qual volta si vuole dare vita ad una nuova attività imprenditoriale. Ma quando si avvia un’impresa, esse possono non bastare. Non si può certo andare allo sbaraglio e affidarsi solo al proprio...

Creatività, entusiasmo e fantasia sono doti fondamentali ogni qual volta si vuole dare vita ad una nuova attività imprenditoriale. Ma quando si avvia un’impresa, esse possono non bastare. Non si può certo andare allo sbaraglio e affidarsi solo al proprio estro. Insomma, ci vuole programmazione.

Lo strumento principale per non fare le cose a caso e non sbagliare è il business plan, ovvero il documento di programmazione indispensabile per determinare gli obiettivi e le strategie da adottare per rendere la propria azienda vincente. Stiamo parlando di una vera e propria carta d’identità dell’azienda, attraverso la quale si mettono per iscritto tutte le componenti del proprio piano imprenditoriale. Ma vediamo nel dettaglio quali caratteristiche deve avere questa “carta d’identità”, come deve essere redatto il business plan e quali errori bisogna evitare.

La prima regola è quella della chiarezza: un buon Business Plan deve comunicare il suo contenuto in modo semplice e pratico, senza alcuna possibilità di fraintendimenti. Il linguaggio utilizzato deve essere quindi immediato e facile da capire. Chiaro sì, ma anche ben specifico: il piano deve presentare un obiettivo finale con degli obiettivi intermedi specifici (milestone), contraddistinti da caratteristiche concrete e misurabili. Ogni milestone presuppone attività specifiche, che comportano la nomina di responsabili, l’assegnazione di budget e di precise date di scadenza.

Tutte le attività previste dalle milestones e budget di spesa stimati devono poi essere realistici. È la terza regola: la credibilità del piano. Obiettivi e programmi d’azione non realistici privano di valore la realizzazione concreta del piano d’impresa. Riassumendo, le regole fondamentali sono la chiarezza, la specificità e la credibilità, ma non è finita qui. Le condizioni appena elencate si possono anche seguire alla lettera, ma se non si presta la dovuta attenzione si rischia di bruciare l’intero progetto in partenza. Si deve quindi stare attenti a non commettere errori anche banali in cui possono incappare i “planner” alle prime armi.

Uno di questi consiste nell’ignorare i concorrenti diretti e indiretti. Un’analisi poco accurata dell’ambiente competitivo, e quindi un’eccessiva fiducia, non vengono viste di buon occhio dagli eventuali finanziatori del progetto. Un atteggiamento troppo fiducioso potrebbe portare infatti alla mancata previsione di fattori esterni anche fondamentali per il successo dell’azienda.

Bisogna inoltre evitare di scrivere il business plan come se fosse una ricerca di mercato, con pagine piene di tecnicismi inutili che spesso non hanno alcun legame pratico con il caso specifico da proporre ai finanziatori. E infine si deve stare attenti a salvaguardare le informazioni del proprio piano, facendo firmare ai lettori (consulenti e investitori) un accordo di confidenzialità. Dimenticarsi di un simile accordo potrebbe significare regalare un buon piano al altri.

Se si è alle prime armi, l modo più sicuro, veloce ed efficace per scrivere un business plan vincente resta quello di affidarsi un esperto del settore, un consulente esperto in piani di questo tipo. Una soluzione ottima, ma anche molto costosa. In alternativa si possono utilizzare specifici software di calcolo automatico, opzione più economica ma che richiede molta pazienza e conoscenza del mezzo per superare la schematicità del programma e dare la giusta dose di personalizzazione.

Oppure si può partecipare ad un corso in aula per scoprire da vicino i “segreti” del mestiere da un esperto del settore più economico di un consulente. Questa è un’ottima soluzione per imparare velocemente ad un costo equo (mediamente 500 euro per 1 giornata di corso). Il vero problema è trovarne uno davvero efficace, gestito da persone serie, senza incappare in corsi banali fatti di proposito per farvi perdere soldi senza insegnare niente di utile. Anche in questo caso, fare attenzione resta la regola principale.